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11 Marzo 2020

 

L'INPS, sul proprio sito internet, ha ricordato che nel 2020 il versamento dei contributi per i lavoratori domestici avverrà mediante avviso di pagamento pagoPA, in sostituzione del precedente bollettino Mav, secondo quanto disposto dal Codice dell'amministrazione digitale (articolo 5, decreto legislativo 82/2005)

PagpPA è un sistema di pagamenti elettronici realizzato per uniformare tutti i pagamenti verso la pubblica amministrazione.

In ogni caso, ricorda l'Inps, i datori di lavoro domestico possono effettuare il pagamento dei contributi anche online, tramite il portale dei pagamenti.

Se invece preferiscono utilizzare l'avviso di pagamento pagoPA, potranno versare i contributi presso i canali dei Prestatori di Servizio di Pagamento (PSP) aderenti: agenzie della banca; uffici postali; home banking dei PSP; sportelli ATM abilitati delle banche; punti vendita SISAL, Lottomatica e Banca 5.

Il pagamento può avvenire anche attraverso dei PSP che non hanno aderito direttamente alla convenzione pagoPA, tramite circuito CBILL, utilizzando il codice interbancario AAQV6 assegnato a INPS.

Ai datori di lavoro domestico che in precedenza avevano scelto di ricevere i bollettini MAV al proprio domicilio, l'istituto invierà gli avvisi di pagamento pagoPA per il 2020.

 

 

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31 Luglio 2019

 

«Servono misure fiscali per abbattere i costi delle famiglie».

Nel 2018, per la prima volta a Bergamo il numero delle badanti registrate dall’Inps supera il tetto «record» stabilito nel 2012. Lo scorso anno, infatti, sono state 4842 le registrazioni di badanti in provincia. Ma, stando alle analisi di CISL Bergamo e delle sue categorie, potrebbe essere un «fuoco di paglia».

Contestualmente, infatti, hanno iniziato a far «capolino» cambiamenti sociali tali per cui le famiglie richiedenti, costantemente in aumento, faticano a trovare badanti conviventi, soprattutto nella «tipologia» di provenienza sudamericana.

Danilo Mazzola, segretario Cisl, segnala come dall’osservatorio privilegiato dello Sportello Lavoro della CISL orobica , «offriamo un servizio importante di intermediazione, con le necessità di assistenza delle famiglie e la garanzia di un rapporto lavoro regolare per le lavoratrici. La situazione che si è creata nei ultimi anni, rispetto al passato, e che molte badanti sudamericane si sono ricongiunte in Italia con i propri familiari creando le condizioni per un processo migratorio più avanzato, e quindi viene meno la disponibilità delle stesse al lavoro in convivenza (giorno e notte). Notiamo come nel primo semestre del 2019, presso il nostro Sportello si sono rese disponibili al lavoro di cura in convivenza 89 lavoratici contro le 134 dello stesso periodo del 2018, diminuzione che si ripete per le assistenti famigliari per i soli orari diurni dalle 60 nel periodo gennaio – giugno del 2018, alle 31 di quest’ultimo semestre. Questo ultimo dato fa emergere come il lavoro di cura presso le famiglie sia sempre meno appetibile, a beneficio di una maggior occupazione, dopo aver svolto la formazione come OSS, presso le case di riposo dove le condizioni occupazionali e di tutela sono maggiori».

Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl, parte dai dati Inps per segnalare la difficoltà del ricambio generazionale: «Le badanti “under 40” sono passate dai 1753 del 2009 ai 682 dell’ultimo censimento, mentre le over 50 sono rimaste sostanzialmente stabili sulle 3000 registrazioni. È chiaro che con questo trend la facilità di reperimento del personale di assistenza familiare sarà sempre più bassa. Almeno tra le situazioni regolari, perché il giro del nero nel settore è ancora assolutamente maggioritario».

Secondo le analisi di Fnp Cisl Bergamo, in Lombardia gli assistenti famigliari regolarmente assunti sono 59.305, mentre gli irregolari 88.958 per un totale di 148.263. Considerando un costo alle famiglie di circa 15.00 euro lordi all’anno, il costo complessivo delle famiglie per tale comparto sarebbe pari a circa 2,2 miliardi di euro. «A Bergamo - dice Giacomo Meloni, della segreteria dei pensionati di via Carnovali - la spesa per gli assistenti famigliari regolarmente assunti si stima in 72 milioni e 630 mila euro. Possiamo stimare che complessivamente le famiglie in Lombardia spendano fra l’assistenza a domicilio e ricoveri complessivamente 3,6 miliardi di euro. Proprio a seguito di questi dati, riaffermiamo la necessità di arrivare in tempi celeri ad una normativa che regoli il fondo per la non autosufficienza anche a livello territoriale, nonché il pacato suggerimento alle categorie dei lavoratori dipendenti di costituire contrattualmente un fondo per la non autosufficienza con la compartecipazione di azienda e dipendente sull’esempio dei già costituiti fondi di previdenza e sanitari».

«È sempre più necessario, per le famiglie degli assistiti, spesso non autosufficienti, contare sulla professionalità e competenza dell’assistente cui affidare il congiunto – continua Meloni -. Per questo, secondo noi, servono almeno due interventi: il primo riguarda il completamento del registro delle assistenti familiari come promosso dalla legge regionale 15, ancora rimasto per lo più sulla carta; il secondo, prevedere la detraibilità di parte della retribuzione, e non solo dei contributi, sostenuti per la badante, onde evitare l’impoverimento delle famiglie e per permettere l’emersione di una quota di lavoro irregolare, ancora presente nel settore».

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10 Luglio 2019

L'INPS ha pubblicato il nuovo dossier sui lavoratori domestici, ossia su coloro che prestano un'attività lavorativa continuativa per le necessità della vita familiare del datore di lavoro come ad esempio colf, assistenti familiari o baby sitter, governanti, camerieri, cuochi ecc..

Rientrano in questa categoria anche i lavoratori che prestano tali attività presso comunità religiose (conventi, seminari), presso caserme e comandi militari, nonché presso le comunità senza fini di lucro, come orfanotrofi e ricoveri per anziani, il cui fine è prevalentemente assistenziale.

Il dossier evidenzia che il Nord Ovest è l'area geografica che presenta il maggior numero di lavoratori domestici, seguita dal Cento Italia e dal Nord Est. In misura inferiore Sud e Isole.

La regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia, seguita da Lazio, Emilia Romagna e Toscana.

I lavoratori domestici stranieri provengono principalmente dai Paesi dell'Europa dell'Est, dall'America del Sud e dall'Asia (Filippine).

L'attività di colf è svolta prevalentemente da lavoratori italiani, mentre quella di badante da lavoratori provenienti dall'Europa dell'Est e dall'Asia medio orientale.

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10 Luglio 2019

Lavoro domestico: i contributi si versano in edicola
L'INPS, con un comunicato stampa del 27 giugno 2019, ha reso noto che, a decorrere dal 10 giugno u.s., è attivo su tutto il territorio nazionale, tramite la rete "SisalPay", il pagamento online dei contributi per i lavoratori domestici in 32.000 bar, tabacchi ed edicole.
Il datore di lavoro domestico potrà, quindi, effettuare il pagamento dei contributi in contanti e in modo veloce e sicuro, senza avere necessità di utilizzare alcun bollettino o altro supporto cartaceo, comunicando soltanto all'operatore il codice fiscale (persona Fisica o Giuridica) e il codice rapporto di lavoro.
A versamento effettuato, sarà rilasciata una doppia ricevuta, una per il datore di lavoro e una per il lavoratore, in cui sono presenti tutti i dati utili che attestano il pagamento.

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08 Maggio 2019

In allegato la tabella relativa ai minimi contributivi aggiornata al 1 gennaio 2019